con Alessandro Aiello, Francesca Bagnara, Giada Borgatti, Lorenzo Cimmino, Giulia Franzaresi, Simone Maurizzi, Giulia Ventura
drammaturgia e regia Vincenzo Picone
Personaggi grotteschi e sopra le righe abitano una città in cui versa un ristrettissimo divieto: è proibita qualsiasi riproduzione di immagini individuali attraverso foto, specchi e ritratti. Un attento portiere, funzionario di un potere sempre presente e senza volto, sembra muovere le fila di questa mascherata dove la vanità di ogni abitante viene perseguitata e punita con la pena di morte. Ma come si vive senza le proprie immagini? Che cosa rappresentano per l’uomo le immagini di sé e del mondo? E soprattutto, chi potrebbe trarre beneficio da un tale contesto? Ispirato a una delle poche opere teatrali di Elias Canetti – La commedia della vanità, scritta nel 1933 e pubblicata nel 1950 – Il balcone della vanità parte propriamente da questi interrogativi, mettendo in gioco il sottile rapporto tra potere e identità.
I giovani attori e registi del Teatro dell’Argine si mettono alla prova in uno spettacolo dalla forte valenza fisica e visiva, frutto di un percorso, laboratoriale prima e produttivo poi, durato quasi un anno.