Italiani cìncali Teatro - 2003

Locandina
voci amichevolmente registrate da Peppe Barra, Ferdinando Bruni, Ascanio Celestini, Laura Curino, Elio De Capitani
presso Teatro dell'Orologio, Roma
Lo spettacolo
Obiettivo principale del progetto e del lavoro di ricerca, è stato l'emigrazione verso i paesi del nord-Europa, fenomeno che gode di una certa peculiarità rispetto all'emigrazione transoceanica e a quella interna: i suoi protagonisti sono stati considerati sempre emigranti di scarto. Infatti, chi partiva per le Americhe o per il nord-Italia, aveva spesso un obiettivo preciso: restare. Questa scelta era agevolata dalle leggi di quei paesi o, per il nord-Italia, dal fatto di restare in territorio nazionale. Al contrario, chi veniva "arruolato" in Belgio, in Svizzera, in Francia, in Germania si trovava nella condizione di eterno stagionale, un po' per le leggi locali e un po' per il disagio nei rapporti con gli autoctoni, che consideravano quegli uomini diversi e utili solo come braccia da lavoro. Utilissimo è stato, in questa fase, l'apporto del Centro Studi Osservatorio sulle Diaspore dell'Università di Lecce, che ha fornito materiale prezioso per la ricerca. Ma la vera spina dorsale del lavoro sono state le centinaia di ore di interviste a chi in miniera c'è stato. Centinaia di emigranti tornati a casa nell'indifferenza generale, con pochi soldi in tasca e con la silicosi nei polmoni. Centinaia di storie di orgoglio e dolore, di speranza e di rancore. Centinaia di storie tutte diverse e tutte uguali.
"All'attore e regista Mario Perrotta e al drammaturgo Nicola Bonazzi, per l'alto valore civile del testo e per la straordinaria interpretazione che ricostruisce con assoluta fedeltà una parte della nostra storia che non possiamo dimenticare"
«Cìncali cioè: zingari! Così credevano di essere chiamati gli italiani emigrati in Svizzera; pare, invece, che fosse una storpiatura di cinq , "cinque" nel linguaggio degli emigranti padani che giocavano a morra - …sì, ma voleva dire anche zingaro! -
Quasi un anno di testimonianze, un anno di memorie rispolverate a fatica. Ho preso la macchina e ho girato senza un luogo preciso dove andare, eppure il Sud è tutto uguale, non hai bisogno di sapere dove qualcuno ha preso le valigie ed è partito: basta entrare in un bar, un bar della provincia e chiedere. La risposta è sempre la stessa: - qui tutti siamo emigrati… - me lo racconta? -
Si fanno pregare, un attimo soltanto, poi partono con la loro storia, infinita, che reclama ascolto. Anche il Sud è infinito. Me lo insegna la mia macchina che mi porta di paese in paese, sempre per caso, e s'inerpica tra i paesi montani del nord-est produttivo ed è ancora Sud. Sì! Per i Belgi, gli Svizzeri, i Tedeschi che chiedevano braccia dopo la seconda guerra mondiale, Sud era la Puglia, la Sicilia, la Calabria e Sud era il Veneto, il Friuli: - siamo emigrati tutti qui …-
Quattro parole, sempre le stesse.
Non la penso esattamente così ma accetto la loro posizione di esuli perenni, di zingari della memoria, senza una terra da chiamare "casa". Alcuni mi indicano qualcun'altro come se fosse la loro "casa" -… chiedi a lui, a lui! Lui conosce tutte le nostre storie …-.
- Per trent'anni ho letto e scritto tutte le lettere di questo paese. Qui erano tutti analfabeti! - Un postino. Il postino. Due, tre, quattro postini e anche loro sono tutti uguali, come il Sud. Sapevano tutti leggere e scrivere. Li ascolto e scopro in loro la coscienza involontaria di un'intera comunità.
Il postino ha molto da dire, ricorda tutto perché la sua era una missione, lui era il ponte con il mondo, lui ha viaggiato più di tutti senza aver mai lasciato il paese: il postino sì che ha memoria! E la memoria è importante,
perché - … qualcuno l'avrà pure permesso quel boom economico … -
perché - … l'Italia girava in Cinquecento e noi dormivano in otto in una stanza … -
perché - … siamo stati venduti dallo Stato per un sacco di carbone … -
perché - … mi vergogno di raccontare a mio figlio quello che siamo stati e come ci hanno trattati … -
La memoria è importante perché nel 1990, quando nel Salento è sbarcata la prima carretta del mare carica di albanesi, c'erano ancora 1.000 bambini italiani clandestini in Svizzera. Negli anni '70 erano 30.000…
Nasce così questo progetto in due parti sull'epopea di milioni di italiani nel secondo dopoguerra, mentre l'Italia si preparava a un clamoroso boom economico, tacendo per vergogna di quei figli esuli per povertà di mezzi economici e intellettuali».
Il progetto Cìncali
Un progetto nato nell’inverno 2002 sull’emigrazione italiana del secondo dopoguerra, che ha dato vita a due spettacoli distinti:
Italiani cìncali – parte prima: minatori in Belgio che ha debuttato il 22 settembre 2003 al Teatro dell’Orologio di Roma;
La turnàta- Italiani cìncali parte seconda andato in scena il 16 settembre del 2005 a Roma, al Festival Bella Ciao.
Obiettivo principale del progetto e del lavoro di ricerca, è stato l’emigrazione verso i paesi del nord-Europa, fenomeno che gode di una peculiarità rispetto all’emigrazione transoceanica e a quella interna: i suoi protagonisti sono stati sempre considerati emigranti di scarto. Infatti chi partiva per le Americhe o per il nord-Italia aveva spesso un obiettivo preciso: restare. Questa scelta era agevolata dalle leggi e dalla lontananza di quei paesi o, per il nord-Italia, dal fatto di restare in territorio nazionale. Al contrario, chi veniva “arruolato” in Belgio o in Svizzera, si trovava nella condizione di eterno stagionale, un po’ per le leggi locali e un po’ per il disagio nei rapporti con gli autoctoni, che consideravano quegli uomini diversi e utili soltanto come braccia da lavoro a tempo determinato.
L'ossatura del progetto è costituita da 150 ore di registrazioni audio e video raccolte in Italia e all'estero, ma anche da lettere e diari che gli intervistati ci hanno fornito.
Il Progetto Cìncali, ideato da Mario Perrotta, si sviluppa all'interno della Compagnia del Teatro dell'Argine, seguendo una delle linee portanti del nostro lavoro: la produzione di drammaturgie originali. I due spettacoli che ne scaturiscono sono frutto della collaborazione con Nicola Bonazzi. È in questa fase, infatti, che tutto il materiale reperito durante la ricerca viene rielaborato in forma drammaturgica per giungere a quella sintesi necessaria a rappresentare in scena un fenomeno così vasto come l'emigrazione.
Il video
Le recensioni
La scheda tecnica
Illuminotecnica
- 12/14 proiettori PC QPS 1000 watt, completi di porta gelatine e bandiere
- 2 sagomatori Juliat 1200 watt
- 2 domino 1 kilowatt
- 12 canali dimmer da 2,5 kilowatt
- 1 mixer luci 12 canali con doppio banco, memorie e temporizzatore. (N.B. Doppio banco, memorie e temporizzatore sono caratteristiche irrinunciabili per l’andata in scena dello spettacolo, mixer con caratteristiche differenti da concordare per iscritto con la Compagnia)
- Gelatine 201 per 2 proiettori PC e 2 sagomatori. Gelatina 165 o 132 per 1 pc
- Se lo spazio non è adibito usualmente a rappresentazioni dovranno essere fornite anche 4 piantane Wind-up da 3,80 mt
- Se il teatro non è fornito di americana esterna al palcoscenico e non è fornito di staffe in sala, ma è fornito di americane sul palcoscenico, saranno sufficienti 2 piantane Wind-up da 3,80 mt
Audio
- Fornitura elettrica minima: 20 kw
- 1 mixer audio 6 canali
- 1 lettore Compact Disc
- Impianto di amplificazione adeguato allo spazio.
- In caso di cattiva acustica o in spazio aperto, 1 radio microfono ad archetto
Oggetti
- 1 sedia in legno da osteria
- 1 bicchiere semplice di vetro
Note
- La durata dello spettacolo è di 80 minuti
- Regia in posizione centrale di fondo sala
- Il committente provvederà alla fornitura del personale per il montaggio
- Il materiale dovrà essere montato entro le 17.30 del giorno di spettacolo
- Un tecnico elettricista dovrà essere presente per effettuare i puntamenti, le prove luci e audio su indicazione della Compagnia e l'assistenzxa al mixer durante lo spettacolo
Variazioni alla presente scheda tecnica dovranno essere preventivamente concordate con la Compagnia.
Referente Tecnico
Carlo Corticelli
348 9304560
carlo.corticelli@teatrodellargine.org